Rimini | Elezioni, Pizzolante su imu e tassa soggiorno
Imu sulle cabine dei bagni in spiaggia? Il candidato alla Camera del Pdl Sergio Pizzolante ha una sua storia da raccontare. “Un anno fa, dopo vari incontri, ho messo intorno ad un tavolo Comune di Rimini e poi Comune di Riccione con le agenzie regionali del demanio e del territorio per individuare una soluzione per i locali con pertinenze per i quali erano esplosi i canoni demaniali dopo la finanziaria di Prodi del 2007. Si era individuato un percorso per rivedere valori OMI, classificazioni, computo della superficie dove applicare i canoni. I sindaci e l’assessore Biagini dovevano riconvocare il tavolo costruito faticosamente, sono spariti”.
Interessate dalla questione “sono poche attività, una ventina in tutto, ma hanno fatto la storia della Riviera e sono un fattore competitivo per tutti, dal Rockisland al Gher alla Lampara. Parliamo di canoni arrivati a centinaia di migliaia di euro, più le more di Equitalia, se non si trova una soluzione molti sono costretti a chiudere, un danno incalcolabile, ma per Biagini, Gnassi e Pironi nessun problema, spariti. Ora Biagini ricompare e anziché riproporre all’agenzia del territorio e del demanio il problema dei maxi canoni, vuole maxi canoni e maxi Imu anche per gli altri. Più tasse per tutti. È la differenza più profonda tra noi e loro: noi abbiamo l’ossessione di togliere le tasse, loro di aumentarle. Quindi ricapitoliamo, il turista che viene a Rimini, nella terra dell’accoglienza, deve pagare la tassa di soggiorno quando va a dormire in albergo, contribuire all’Imu quando va sotto l’ombrellone o sotto la doccia o a cambiare il costume in cabina”.
Quella sui canoni è “una giungla” in cui “occorre fare ordine” così come nel loro “rapporto con il mercato”. Né “possono esserci concessionari confinanti dove uno paga centomila euro e l’altro mille, ma faccio tre osservazioni. Uno. Non hai titolo a occuparti di chi paga poco se non ti occupi di chi paga troppo, perché allora non è giustizia ma odio sociale e accanimento anti imprese. Due. Bisogna essere onesti e dire che nel computo del costo delle concessioni occorre mettere anche i servizi di pubblica utilità a carico dei privati: pulizia, spiagge, salvataggio, servizi sanitari. Tre. Gli operatori sarebbero pronti a discutere su un equilibrato adeguamento dei canoni di fronte alla certezza e alla stabilità delle concessioni. Non si può, cari Biagini e Gnassi, da una parte tifare per la cacciata dei bagnini con le gare, protestare contro le proroghe e nello stesso tempo smontare gli investimenti in spiaggia e invocare nuove tasse”.